Succede qualche volta di entrare in un sogno senza doversi prima addormentare. Succede, in questo sogno, di accedere ad un luogo di rara bellezza e allo stesso tempo accogliente come una casa. A Firenze, città d'arte, massima espressione della bellezza italiana, in bilico sull'Arno, è adagiato l'
Hotel Lungarno parte della Lungarno Collection, di proprietà della famiglia Ferragamo. Quello che colpisce appena si varca la soglia dell'albergo è l'impatto umano, di immediato calore e simpatia, che raramente si respira in posti di eccellenza come questo. Da Simone della reception che ti apre le porte della piccola città, una bottiglietta che racchiude alcuni tra i tesori d'arte più grandi al mondo. Ti consegna le chiavi di una bicicletta e con esse quelle della città; te la giri tutta con il sorriso sulle labbra, perché l'arte e il bello rendono felici. "La bellezza salverà l'Italia", lo spero davvero. Perché allora dovremmo stare tutti sereni, visto che di bellezza l'Italia è dispensatrice senza parsimonia alcuna. Persino negli angoli più nascosti e inaspettati c'è sempre una storia, un pezzo d'arte da scoprire, che ti alleggeriscono l'anima e la mente. Come questo.
Gli ambienti, gli arredi bianchi luminosi, le terrazze a picco sulla città, la colazione meravigliosa con l'Arno negli occhi e la musica dei raffinati Art of Noise, sono solo alcuni elementi che preludono ad una giornata in paradiso.
Giri l'angolo e ti senti sopraffatto da tanta meraviglia, che spunta dietro un prato o inaspettatamente dietro una piccola casa. E girando in bicicletta scovi...
La colazione nel terrazzino a picco sull'Arno
... E poi scende la sera, e come una magia la chef Beatrice Segoni del
BSJ (Borgo San Jacopo), dispensa i suoi segreti e la sua storia, che quando te la racconta speri che non finisca mai, e anzi vorresti che te la raccontasse da capo. Un passato come modella e designer di moda, ha creato una sua collezione di successo, quando all'improvviso cambia rotta e sceglie, per amore, di avvicinarsi alla cucina, cominciando da zero. Come non ci si può appassionare ad una storia di coraggio e di svolta, direi tipica dell'animo femminile, che per i sentimenti apre varchi inattesi anche per sé, nella propria vita.
Allora inizia ad imparare dal suo primo maestro che per due mesi le fa solo pulire da cima a fondo la cucina; quando gli chiede se avrebbe mai cominciato ad insegnarle a cucinare, egli le risponderà che non si può cucinare senza prima saper tirare a lucido l'ambiente di lavoro.
Gianfranco Vissani sarà il suo mentore e grande amico, che ora quando passa a Firenze la butta giù anche di notte per farsi preparare la sua mitica carbonara. Un giorno ad una cena preparata a Palazzo Vecchio nel 1998 con un ospite d'eccellenza come Bill Clinton lei prepara il suo famoso dolce il sorbetto Daiquiri alla fragola, mousse di cioccolato bianco, mirtilli e mele rosa. Era presente l'amministratore delegato della famiglia Ferragamo, e da allora Beatrice illumina le cene del loro ristorante annesso, con attenzione e cura dei dettagli, accostamenti cromatici che le provengo da un retaggio della sua prima vita nella moda.
Il personaggio familiare, però, che le ha trasmesso inconsapevolmente quest'amore per la cucina, persino in tempi non sospetti, è stato il papà. Lo ricorda la domenica in cucina, mentre preparava i vincisgrassi; che le costruiva con la sua abilità di artigiano, le alzate per le torte nuziali che le venivano commissionate; e l'ha incoraggiata sempre come un faro nella strada che lui prima di lei sapeva che avrebbe percorso con successo e soprattutto rispecchiando ciò che lei voleva davvero fare. A volte ci vogliono due vite per percorrere la nostra strada; lei ne è un esempio.
Tra i suoi piatti cult lei stessa cita i Bottoni di animelle e gamberi rossi (come un cappotto chic), un accostamento che solo i grandi cuochi possono rendere perfetto; il suo daiquiri, e la tempura.
Un trionfo di sapori che lei annuncia nel menu con una frase che mi ha colpito molto:
"Mi piace passare le prime ore del mattino al mercato, per rendere piacevoli le vostre ultime ore della giornata". E cosa mai vista prima, nomina uno ad uno per nome e cognome gli orchestrali della sua brigata e il loro ruolo in cucina, chiudendo così "Dirige l'orchestra Beatrice Segoni."
Ma un ulteriore elemento innovativo lo inserisce per i giovani all'ora di pranzo, volendo condividere il "suo" cibo anche con chi a pranzo mangia solo un panino. L'idea le era venuta un giorno quando a pranzo per un panino e una birra le avevano chiesto 15 €. Trovando assurdo il costo, ingegna un pranzo veloce a 20 € disegnando questo piatto quadrato, con inserti delle quattro portate principali di un menu, un pranzo veloce con il prezzo friendly, aprendo la porta della sua casa ai giovani, agli studenti e a chi lavora. Potendo gustare le sue creazioni in modo davvero democratico.
La cantina è da capogiro, gli oli e tutti i prodotti scelti personalmente da lei che scova e conosce i fornitori, che ormai la seguono da anni. Ah non l'avevo detto lei è Marchigiana, e si porta dietro tutto l'amore per la terra e i suoi buoni frutti, come solo chi ha vissuto sempre nel rispetto e nella tradizione del suo territorio.
Il giorno prima di incontrarla, la sua arte era stata appena insignita di un altro mezzo punto dalla Guida del Gambero Rosso.
Auguri allora a questa grande donna e chef!