29 aprile 2012

una cena romantica al Forum




Nessuno di noi è solito andarsene a zonzo in giro per la sua città come fosse un turista; per questo noi che la abitiamo, la conosciamo meno di tutti gli altri; la viviamo spesso solo come un contenitore a percorsi obbligati casa-scuola-lavoro-medico-cinema-mercato. Concedersi un giorno, invece, o anche una serata romantica come se non vivessimo lì, come se per la prima volta la vedessimo davvero, è il regalo più bello che potremmo farci, oppure ricevere. Vi racconto con queste foto, che poco spazio lasciano alle parole, una cena romantica al ristorante Roof Garden dell'Hotel Forum di Roma. Lo chef Giorgio Corda, che coordina con il suo staff  le magnifiche portate di pesce freschissimo, il pane fatto in casa (sapete quanto sia sensibile all'argomento), i dolci e i vini sublimi, ci coccola dentro una bolla da sogno, contornata dalla vetrata del terrazzo, che si tuffa sugli scavi dei Fori Romani: lo stupore e l'imbarazzo per la magnificenza la fanno da padroni;
non sai se guardare il piatto o quello che ti circonda, vorresti farlo contemporaneamente per non perderti neanche il minimo dettaglio. Ci siamo arrivati quasi a piedi da Via dei Serpenti, ripercorrendo quelle stradine del rione Monti, dove sono nata, per gustarci con una passeggiata in via dei Fori Imperiali,  le luci della notte su piazza Venezia e il Colosseo, senza fretta e anche volutamente ignari di dove fossimo, per poter assaporare meglio la sorpresa.












26 aprile 2012

pie di carciofi patate e fiori di Alastair Hendy



La ricetta di Alastair Hendy l'ho presa  e modificata, nel senso che ho aggiunto altre verdure alla sua pie già perfetta. In rosso le mie modifiche/aggiunte. E' strepitosa come piatto unico per cena e i ragazzi visto che ci sono le patate ci si tuffano...mangiando anche molta verdura. 





Ingredienti per una tortiera di 20 cm:
   
60 g di burro più extra per imburrare la teglia
1,8 kg di patate sbucciate e affettate sottilmente



3 carciofi
6 fiori di zucca
50 g di guanciale affettato sottilmente 

2 cipolle (io non le ho messe) 
120 g di formaggio grattugiato (io Parmigiano Reggiano)
4-5 foglie di salvia fresca
pepe nero macinato al momento
sale marino



Come si fa::

1. Le cipolle vanno tagliate sottilmente e passate in padella con del burro, fino a che diventano traslucide (io ho omesso questo passaggio avendo eliminato le cipolle).  
2. Pulite i carciofi tagliateli sottilmente e scottateli in acqua bollente salata per 5 minuti. Scolateli e trasferiteli in una terrina con acqua fredda e ghiaccio (così manterranno il loro verde brillante).  
3. Imburrate leggermente la tortiera e sistemate le fettine di patate lungo i bordi sovrapponendole (vi scivoleranno un pò ci vuole pazienza) bloccatele con un altro strato di fettine sul fondo della tortiera a coprirla completamente. Distribuite uno strato di carciofi in modo concentrico, spolverizzate con  Parmigiano Reggiano grattugiato, salate e pepate. Mettete le foglie di salvia al centro. 
4. Distribuite un altro strato di fettine di patate, continuate con i fiori di zucca, il formaggio, sale e pepe e le fettine di guanciale. Continuate ad alternare gli strati fino ad arrivare a riempire la tortiera. Condite con poco olio. Ultimate con le patate, pennellate con il burro fuso e infornate a 200° coprendo con un foglio di alluminio  per 1 h 30'. Togliete il foglio di alluminio e proseguite con il grill per altri 20-30 minuti o fino a quando le patate saranno dorate.  
5. Togliete dal forno e fate intiepidire per qualche minuto. 

Servitene delle belle fette generose.





Con questa ricetta VINCO IL 3° POSTO al contest di Donatella  (GRAZIE!)


e al contest di  Francesca Rivisitare una ricetta.


e vorrei ringraziare Shamira per aver pensato a me. 



23 aprile 2012

ricotta cheesecake: pensa pericoloso


Pensa pericoloso, "Dangerous Ideas", il titolo di un nuovo libro svedese di Alf Rehn, che ci svela come il nostro cervello, muscolo pigro, si adagia e si culla in percorsi sempre conosciuti dove si trova a suo agio, e per ingannarci utilizza la dopamina, che ci confonde e ci fa stare bene, così non pensiamo pericoloso. Per ingannare noi il nostro cervello, invece, dovremmo abbandonare la comfort zone, i pensieri "battuti" e conosciuti e percorrere strade fuori dai circuiti agiati e sicuri, per arrivare a idee innovative e creative, esattamente come fanno i bambini. Così è stata capace di fare Anna del blog Le ricette di Nani: lei ha pensato pericoloso e ha organizzato un contest altroché fuori dalle righe,  mettendo insieme le persone e le condizioni più disparate: i ragazzi di una casa circondariale,  una giuria inusuale composta dallo chef Daniele Rivoira, dal commissario del carcere, da una rappresentante della Venchi, il fotografo Davide Dutto, il sindaco di Fossano, i foodblogger, e ha ottenuto per questo l'autorizzazione del Ministero di Giustizia. Le nostre ricette, infatti, sono state riprodotte dai ragazzi del carcere e valutate dalla giuria, che, ringrazio doppiamente, ha decretato il mio semifreddo al pistacchio vincitrice tra i dolci. Il premio, un week-end a Sorrento al Bellaria Relais, il contest in sé un vero atto di coraggio e intraprendenza, grazie Anna! E complimenti alla vincitrice tra le ricette salate  Spery.




Ora rientriamo in cucina e quando tornano le fragole è una festa, attesa, sognata desiderata: portano con sè la stagione che ci manca, i colori assenti per mesi, i profumi dell'aria aperta, del sole, del blu del cielo! Questa cheesecake alla ricotta l'ho presa qui e leggermente modificata negli zuccheri che trovo eccessivi.

Ingredienti per una tortiera di 22 cm:

   Per la base:250 g di biscotti tipo grancereale
50 g di zucchero
50 g di pistacchi
100 g di burro

Per il ripieno:
400 g di ricotta di capra
450 g di yogurt bianco
150 g di zucchero (sono sufficienti anche 100 g secondo me; in origine erano 200)
1 limone non trattato
30 g di farina 00
3 uova codice 0
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
5 g di sale
170 g di marmellata di fragole leggermente scaldata e girata

Per il topping:
300 g di fragole
85 g di gelatina di albicocche (in mancanza potete utilizzare la stessa marmellata di fragole)
1 foglio di gelatina




Come si fa:
1. Preriscaldate il forno a 175°C. Imburrate una tortiera apribile e ricoprite il fondo e le pareti con carta da forno.
2. Sbriciolate i biscotti e i pistacchi insieme con lo zucchero; sciogliete il burro e mescolate tutto fino a combinare bene gli ingredienti. Ricoprite come nella foto la base e anche i bordi della tortiera livellando bene con il dorso di un cucchiaio bagnato. Cuocete per 7 minuti. Togliete dal forno e lasciate freddare.
3. Intanto preparate il ripieno. Nella ciotola della planetaria con la K, o con uno sbattitore, amalgamate insieme la ricotta, lo yogurt, lo zucchero, la buccia del limone grattata, il sale, la vaniglia e la farina. Poi aggiungete un uovo alla volta e mescolate fino ad ottenere una crema liscia.




4. Versate metà della crema sulla base croccante ormai fredda, stendete a cucchiaiate metà della marmellata, versate l'altra metà della crema di formaggio e infine il resto della marmellata: passate un coltello nella crema per creare un effetto marmorizzato (come nella foto).
5. Cuocete in forno per circa 1 ora. Spegnete il forno, lasciate la torta all'interno con la porta semiaperta. per 30 minuti. Lasciate freddare completamente da 6 a 24 ore.


6. Sistemate le fragole sulla torta, e spennellate tutta la cheesecake con la gelatina, preparata con un foglio di colla di pesce ammorbidita in acqua fredda e sciolta su fuoco dolce con la marmellata o la gelatina di albicocche.
     



17 aprile 2012

crostata alla marmellata



Permettetemi una piccola introduzione, e anche qualche cedimento a gongolamenti, ve lo prometto solo per questa volta, solo per questo post.
La crostata alla marmellata è stata il mio incipit, il mio cavallo di battaglia, quello per cui prendi una strada e non la lasci più; la mia strada di blogger, aspirante pasticcera,  che dir si voglia, quando devo fare un dolce ad occhi chiusi è questo. (primo gongolamento!) La ricetta è quella di tanti anni fa della Cucina Italiana, ancora conservo quel numero accartocciato e pieno di tracce di farina e burro, che nel tempo ho affinato con minime variazioni in base al mio gusto e a quello degli astanti felici.


Poi nel mio percorso, come saprete, ho incontrato quella di Montersino, che non eccepisce nulla ovvio, mi inchino davanti alla sua maestria (è quella più cliccata di questo blog), ma ...c'è un ma: questa è la mia ricetta, quella che entra a far parte di una tradizione familiare, quella che dicono "è l'impasto" che fa la differenza, quella che "la sua frolla è insuperabile". (secondo gongolamento!) Gli ingredienti sono un altro aspetto fondamentale: già ho parlato qui del burro italiano e del motivo per il quale non è ai livelli degli standard nordeuropei; però ne esiste un tipo, italiano, di eccellenza, un burro di panna fresca che ho utilizzato per questa crostata. Ho realizzato l'impasto e poi inserito il cacao ad una piccola parte di pasta frolla, con la quale fare una treccia bianca e marrone come contorno e decoro centrale. La mia crostata è erta ai lati e alla base e lo strato di marmellata è sottile, mi piace sentire sgranocchiare la pasta frolla e non essere completamente distratta dai troppi zuccheri della marmellata. Non è una crostata per chi ama i bocconi morbidi e pieni di zuccheri. E' rustica e giusta. Per i grandi e per i bambini, che ne vanno matti. (fine dei gongolamenti!) Eccovi la ricetta.


Ingredienti per questa crostata per una tortiera di 26-28 cm:

600 g di farina 00
250 g di burro a tocchetti freddo
250 g di zucchero
2 uova codice 0
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semini di una bacca)
la buccia grattata di un limone non trattato
1 pizzico di sale
marmellata di frutti di bosco dei Trappisti
cacao amaro dei Trappisti o di buona qualità

per decorare:
1 foglio di gelatina
2 cucchiai di marmellata di albicocche
zucchero a velo per spolverizzare



        
Procedimento:
1. Nella planetaria con la foglia K amalgamate il burro con lo zucchero per un paio di minuti, quindi aggiungete l'estratto di vaniglia; deve risultare un impasto sbriciolato, per questo motivo il burro deve essere freddo. Aggiungete le uova e la farina setacciata, il sale, e la buccia di limone. Amalgamate a velocità sostenuta per due minuti. Prendete l'impasto nelle mani e lavoratelo per renderlo compatto come una palla. Tagliatene una piccola parte (meno di 1/3) e rimettetelo in planetaria dove aggiungerete 2 cucchiai di cacao amaro setacciato; amalgamatelo all'impasto.  
2. Imburrate e infarinate uno stampo di 26 cm. e foderate la base con uno strato di pasta frolla bianca, bucherellate e mettetela in frigo a riposare. Intanto con la pasta frolla avanzata fate una treccia con due corde di pasta bianca e una al cacao. Una volta fatta tagliatela in due per il senso della lunghezza (perché viene molto erta) e adagiatela come bordo della crostata, dopo aver spalmato la base di marmellata. Tagliate ancora in due parti la treccia rimasta e formate la classica grata all'interno della tarte.

3. Infornate a 190° per 1 ora e più, a seconda del forno. Quando è cotta, sciogliete su fuoco dolce la gelatina fatta ammorbidire in acqua fredda per 3-4 minuti, insieme con i due cucchiai di marmellata di albicocche e 1 cucchiaio di acqua. Spennellate la crostata con la gelatina spolverizzate solo i bordi con lo zucchero a velo e infornate ancora per 10 minuti, in modo da ottenere un top croccante e lucido.

Consumare con cautela.



13 aprile 2012

cheese cake speziato all'arancia


Dopo le feste c'è sempre un calo per me nell'attività di pasticciare-postare-linkare, mi rendo conto che è un impegno solo quando rallento; è come il criceto nella ruota finché gira non si rende conto di quanto è stanco, e mai avrei detto che ci sarebbe voluto meno tempo ed energia a fare una torta che a...postarla! Sarà, molto banalmente, la primavera?! Mah...
Questa ricetta è presa dall'Encicolpedia dei Maestri Pasticceri, e la bellissima corona di gelatina di arancia in realtà nasce da un errore, perché ella avrebbe dovuto fissarsi sul Top della torta, ma erroneamente non ho usato un cerchio apribile, che avrebbe aiutato molto in questi casi... Il danno però si è riparato da solo. Per fortuna! n.b.: ci sono in tutto 6 ore di riposo in frigorifero, potete prepararla anche il giorno prima.




Ingredienti per 8-10 persone:
150 g di biscotti tipo grancereale


50 g di burro
50 g di cioccolato fondente
Per la crema
20 g di gelatina in fogli
400 g di ricotta
170 g di mascarpone
120 g di zucchero semolato
1 cucchiaino e 1/2 di cannella in polvere
3 arance non trattate
rum
pistacchi e cacao per decorare



Come si fa:

1. Tritate finemente i biscotti in un mixer; fondete il burro e il cioccolato e mescolateli alla farina di biscotti. Distribuite il composto sul fondo di uno stampo a cerniera di 22 cm, imburrato e foderato con carta da forno bagnata e strizzata, e cuocete a 190°C per 5 minuti. Fate raffreddare e trasferitela in un cerchio apribile, facendo aderire bene le pareti (così evitate che la gelatina ricada ai lati come è successo a me).
2. Intanto preparate la crema: Setacciate la ricotta in una ciotola e lavoratela con il mascarpone e 80 g di zucchero, usando una frusta a mano, aggiungete 1 cucchiaino di cannella e amalgamate fino ad ottenere una crema soffice. Ammorbidite metà della gelatina in acqua fredda per qualche minuto, scioglietela a fuoco dolcissimo con un cucchiaio di acqua e cucchiaino di rum e incorporatela accuratamente nel composto di ricotta. Versate la crema sulla base di biscotti, livellate la superficie e trasferite in frigorifero per 3 ore.


3. Spremete le arance e filtrate il succo attraverso un colino a maglie fitte; versatelo in un pentolino con lo zucchero e la cannella rimasti e cuocete per circa 5 minuti a fuoco basso. Togliete dal fuoco unite la gelatina rimasta bagnata e strizzata e mescolate con un cucchiaio di legno finché non si sarà sciolta. Versate la gelatina di arance sul cheese cake livellate la superficie e mettete la torta in frigorifero per almeno 3 ore. 



Al momento di servire sformate la torta. Decorate con pistacchi tritate, una spolverata di cacao ai lati, della menta una stecca di cannella e una fetta di arancia. Bon appetit.









05 aprile 2012

ho fatto ... le uova!






Ebbene sì, ce l'ho fatta (!!), quando ho girato lo stampo sul tavolo e ne sono uscite con un Tok le uova di cioccolato lucide e perfette mi è uscito un gridolino di esultanza e incredulità "mi sono venuteeee", una soddisfazione unica, assolutamente da provare. L'uovo di cioccolato è uno spauracchio della pasticceria, perchè si deve utilizzare una bella quantità di cioccolato e il timore dello spreco dell'oro liquido è sempre in agguato; però rassicura il fatto che il cioccolato che avanza si può conservare in frigo o in un luogo fresco e riutilizzare fino a tre volte per nuovi temperaggi e utilizzi! Quindi bando alle ciance...
Vi mostro il procedimento di temperaggio per coltivazione che già ho descritto qui in altri post. (anche in quello precedente).
Ho utilizzato un cioccolato fondente dell'Ecuador al 56%. La quantità minima di cioccolato per essere correttamente temperato è di 300 g.


Cosa vi occorre:
  • 500 g di cioccolato fondente al 56%
  • 1 termometro
Se non utilizzate le pastiglie di cioccolato, occorre spezzettarlo e metterne 2/3 all'incirca 400 g a fondere nel microonde o a bagnomaria (su acqua calda che non deve arrivare a bollore né deve toccare la bacinella del cioccolato) fino alla temperatura di 55°. Allontanate il cioccolato dal calore e versatevi il resto del cioccolato tenuto da parte (il seme) che abbasserà la temperatura; mescolate di tanto in tanto finché non saranno perfettamente sciolti e la temperatura raggiungerà 28° circa. Rimettete di nuovo sul calore o nel microonde fino alla temperatura di 31°, che è quella di lavorazione.



Prendete uno stampo, io ho usato questo della Wilson preso dalla dolcissima e competente Eleonora di Peroni. Fatevi un giro nel suo negozio se passate da Roma, ne vale la pena.




Versate il cioccolato e fatelo scorrere bene su tutta la superficie degli incavi. Mettete a rassodare in frigo per un paio di minuti fino a quando si sarà opacizzato; riprendete lo stampo e fate un secondo strato di cioccolato nello stesso modo. Lasciate solidificare per 30 minuti, io l'ho tenuto in frigorifero. Riprendete lo stampo rovesciatelo sul tavolo e con un piccolo colpetto magia delle magie usciranno gli ovetti. 
Per unire le due metà scaldate una piccola teglia di metallo al forno, appoggiatevi una metà per 2 secondi in modo che si sciolga poco cioccolato e faccia da collante con la sua seconda metà.
  


Questi li ho decorati con cioccolato bianco temperato. 

"Il temperaggio è il processo che conferisce al cioccolato una consistenza croccante e un aspetto lucido; è il processo attraverso il quale i grassi componenti il burro di cacao tendono a cristallizzarsi in modo omogeneo e controllato, poiché esso agisce sulla cristallizzazione delle molecole in modo che si formi un solo tipo di cristallo" (paul.a.young) In questo modo potrete ottenere decorazioni, coperture, cioccolatini e le uova di cioccolato lucidissimi e privi di striature. Qui sotto vi riporto la tabella delle temperature dei diversi cioccolati per il loro corretto temperaggio.






Cioccolato              t. fusione     t. cristallizzazione          t. lavoro
Fondente                             55°                    27-28°                        31-32°
Al latte                              50-55°                 26-27°                        29-30°
Bianco                                 50°                    26-27°                         29-30°






02 aprile 2012

biscotti doppi glassati con cioccolato bianco e...un cuore

Da una ricetta della Cucina Italiana, presa 10 anni fa e utilizzata per le crostate e i biscotti di ogni tipo, nel tempo e nei vari esperimenti ho aggiustato anche il tiro diminuendo un po' il quantitativo di burro e zucchero, e aggiungendo al bisogno del cacao per fare la pasta frolla al cioccolato. Non l'ho più abbandonata tranne per conoscere quella di Montersino, alla quale la alterno quando voglio una crostata rustica che sgranocchia ben bene sotto i denti, tutta la sua rusticità anche per l'uso di zucchero di canna invece di quello bianco raffinato o addirittura di quello a velo. Questi li ho farciti con cioccolato bianco temperato. E glasse colorate.



Ingredienti per circa 80 biscotti:

400 g di farina 00
200 g di farina gialla per polenta fine fioretto
250 g di burro
150 g di zucchero di canna muscovado
100 g di zucchero semolato
2 cucchiai di cacao amaro in polvere di buona qualità
2 uova codice 0
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semi di una bacca)
la buccia di 1 limone non trattato grattugiata
1 pizzico di sale


Per la glassa al cioccolato bianco 

150 g di cioccolato bianco


Per le glasse colorate al limone:

300 g di zucchero a velo setacciato
1 albume 
1 cucchiaio di succo di limone
coloranti alimentari liquidi a piacere

    Come si fa:
    La pasta Frolla
    1. Lavorate tutti gli ingredienti tranne il cacao come fate solitamente, io uso la planetaria con la foglia e poi ripasso la pasta frolla a mano per qualche secondo. Tagliatela a metà e rimettetene una parte nella planetaria o nella ciotola di impasto, dove aggiungerete il cacao setacciato. Lavorate brevemente e mettete le due paste frolle appiattite fra due fogli di carta da forno a riposare in frigorifero per 30 minuti. 



    2. Stendete ad uno spessore di 5 mm le due paste frolle dandogli la forma che preferite e cuocete a 180° per 10-12 minuti fino a quando saranno dorati o ben asciugati per quelli al cacao. Mettete sulla gratella a raffreddare e intanto...



    3. Temperate il cioccolato bianco:
    Questo metodo più pulito e facile anche per chi lo fa la prima volta, è detto temperaggio per coltivazione, non occorre sporcare un tavolo né avere a disposizione un piano di marmo o metallo adatto allo scopo. Basteranno una bacinella e un termometro. Sciogliete a bagnomaria (su acqua che non deve mai bollire nè venire a contatto con la ciotola del cioccolato), o nel microonde, 100 g di cioccolato bianco spezzettato, portandolo ad una temperatura di 45°C, togliete dal calore e aggiungete altri 50 g di cioccolato bianco (seme) per abbassare la temperatura e rimestando di tanto in tanto per farlo sciogliere completamente, controllate che scenda fino a 25°C. Con il calore se dovesse fare dei piccoli grumi non preoccupatevi, aggiungendo il seme e mescolando questi scompariranno. Poi rimettete su bagnomaria caldo o nel microonde e riportatelo alla temperatura di 29°C , che è la temperatura di lavorazione. In questo modo il cioccolato rimarrà lucido e soprattutto croccante, perché la cristallizzazione degli zuccheri del cioccolato sarà stata effettuata in modo corretto.


    4. Ora mettete il cioccolato in un sac à poche tagliatene la punta, e spalmate la glassa su un lato di un biscotto al quale andrete ad aggiungerne un altro sopra di colore diverso. Così fino ad esaurire i biscotti. Attendete che asciughino bene. Ci vorranno 30 minuti. Intanto preparate le glasse al limone, mescolando gli ingredienti con una frusta a mano o con lo sbattitore fino ad ottenere una glassa abbastanza soda; a questo punto dividete in due o tre ciotoline e aggiungete il colorante preferito. Metteteli nella sac à poche e decorate a piacimento i biscotti doppi.


    Con la pasta frolla avanzata ho fatto questa piccola crostata a cuore con visciole e lamelle di mandorle. Cuocete a 180° per 1 ora circa.







    Con questa ricetta partecipo al contest del pulcinetto Federica del blog note di cioccolato


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