Che c'entra la torta jolanda con Siena?
C'entra soprattutto perché è legata al Consorzio Agrario di Siena. Dedico a loro questa nuvola leggera e impalpabile, fatta con la loro farina Verna, leggera e a basso contenuto di proteine, si sposa bene con questa ricetta di Montersino alla quale mi sono ispirata; attento come sempre alle intolleranze alimentari.
Sono state giornate ricche. Umanamente e dal punto di vista enogastronomico. Il cibo e il racconto del cibo uniscono più della colla. La passione che trapela dietro queste persone è pari a quella degli agricoltori, che con il consorzio lavorano in un continuum che non si spezza. Come un cerchio magico.
La parola genuinità troppo spesso abusata ad hoc nell'industria agroalimentare, ha qui il suo sposo perfetto,
il territorio. Che viene usato, valorizzato e considerato come un tesoro inestinguibile.
Le distese di girasoli, il paesaggio toscano, che è nell'immaginario di tutto il mondo, è quello che poi mangiamo alle loro tavole.
In modo tale che il cerchio non si spezzi, ma al contrario si autoalimenti.
Ecco la serata passata in loro compagnia, nel palazzo storico del consorzio e con la vista sui tetti di Siena è stata come immergersi contemporaneamente in tutte le ricchezze, artistiche e gastronomiche, di questa città.
Questa è la mia ricetta per voi.
Torta jolanda con la farina Verna:
liberamente ispirata al libro Golosi di salute:
Ingredienti:
110 g di tuorli
50 g di uova
100 g di albumi
100 g di olio extravergine di oliva
85 g di olio di semi
175 g di zucchero a velo
130 g di farina Verna
15 g di rum
50 g di farina gialla fioretto
75 g di fecola di patate
1 bustina di cremor tartaro
1 cucchiaino di bicarbonato
50 g di latte di capra o di mandorle
75 g di zucchero semolato
Come si fa:
Emulsionate con il mixer ad immersione i tuorli, le uova e i due tipi di olio. Montate la crema ottenuta con la planetaria o le fruste elettriche aggiungendo lo zucchero a velo e la fecola di patate (per circa 8 minuti). Poi aggiungete il rum. Con una spatola inserite le farine setacciate con il cremor tartaro e il bicarbonato, mescolando dall'alto verso il basso, alternandole con il latte. Montate a parte gli albumi con lo zucchero semolato e aggiungeteli al composto delicatamente. Ungete lo stampo e ricopritelo con zucchero di canna, se vi piace sentire la croccantezza, altrimenti usate la farina. Versate il composto nello stampo apposito e cuocete in forno a 210° per 10 minuti, abbassate la temperatura a 175° e continuate ancora fino alla prova stecchino. Circa 25 minuti. Lasciate freddare sformate e e spolverizzate con zucchero a velo.
Passeggiando di notte nei vicoli di Siena...
Dalle finestre del consorzio...
A presto
Mony
Buone vacanze a tutti.