Un posto che si apre al passaggio dopo una ripida discesa in un bosco che sa di fate e racconti islandesi, il Cet di Mogol, dove i giovani, la musica e la natura fanno da cornice ad un posto incantato e incantevole. Dove puoi conoscere un puledrino nato da un solo giorno, o i musicisti provenienti da tutta Italia raccolti in uno stage di formazione, che improvvisano armonie e melodie quasi senza "accordarsi", ce l'hanno dentro nel sangue, ed è per loro un'urgenza un bisogno di esprimerla, perchè chi possiede "quel" dono non riesce a trattenerlo a lungo dentro di sè. Deve essere espresso come necessità, e poi solo in un secondo momento condiviso. E' un privilegio trovarsi lì e assistervi come per caso. E poi la scuderia con i cavalli, animali nobili e fieri, che ti insegnano in un minuto come si vive nella natura, ti guardano con quegli occhi che sanno di infinito, e pensi per un momento che Jonathan Swift avesse ragione ad amarli più degli esseri umani.
All'interno una stanza dedicata a Lucio Battisti, e la musica che esce da ogni angolo, vi convincerà del tutto di essere capitati in un posto magico, che lo è per la concomitanza di tutti questi fattori, ognuno essenziale e insostituibile, come lo è la cordialità di chi vi accoglie. Per questo all'ingresso c'è una targa sul pavimento che vi colpirà e che istintivamente non calpesterete, per timore di sporcare il cielo.